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S.Stefano di Sessanio

Il nome

La tesi più accreditata è che il nome Sessanio derivi da una corruzione di Sextantio, piccolo insediamento romano situato nei pressi dell'attuale abitato, probabilmente distante sei miglia da un più importante pagus (villaggio) romano.


La Storia

• Età romana, la ricostruzione dell'antica rete viaria evidenzia che la distanza tra Sextantio e il Piano di S. Marco è di circa 8,6 chilometri pari a sei miglia romane. Dunque Sextantio (sei) farebbe riferimento al pagus di S. Marco, quello di maggior rilievo sull'altipiano aquilano. Con la caduta dell'impero romano si ebbe un progressivo decadimento del sistema insediativo e sociale.

• 760, le prime notizie documentate relative ai territori circostanti riguardano la donazione di Carapelle al monastero di S. Vincenzo al Volturno da parte del re longobardo Desiderio. La storia di S. Stefano è quindi collegata con quella di queste due località, almeno fino all'XI secolo. L'opera capillare degli ordini monastici determina un aumento delle terre coltivabili, il ripopolamento delle campagne anche ad alte quote, nonché la nascita e il consolidamento di borghi fortificati, tanto più sicuri quanto più in posizione elevata.

• 1308, si hanno le prime notizie certe dell'esistenza del borgo fortificato di S. Stefano di Sessanio. Tra fine XIII e inizio XIV secolo si assiste alla formazione del vasto dominio feudale della Baronia di Carapelle, comprendente, tra gli altri, il territorio di S. Stefano che ricopre un'importante funzione strategica come primo centro della Baronia confinante con il Contado aquilano a controllo del percorso proveniente da Barisciano.

• 1474, sotto gli Aragonesi, l'abolizione della tassa sugli animali e il riordino dei pascoli di Puglia consentono un forte sviluppo della pastorizia e della transumanza al punto che in quell'anno S. Stefano, Calascio, Rocca Calascio e Carapelle hanno nella dogana di Puglia ben 94.070 pecore.

• 1579, Costanza, figlia unica di Innico Piccolomini, cede la Baronia di Carapelle a Francesco de' Medici Granduca di Toscana. Ai Medici queste terre apparterranno fino al 1743. In questo periodo S. Stefano raggiunge il massimo splendore come base operativa della Signoria di Firenze per il fiorente commercio della lana "carfagna", qui prodotta e poi lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa.

• 1810, dopo il passaggio al Re di Napoli, il territorio della Baronia è diviso in cinque comuni, tra cui quello di S. Stefano. Con l'unità d'Italia e la privatizzazione delle terre del Tavoliere delle Puglie ha termine l'attività millenaria della transumanza e inizia un processo di decadenza del borgo che vede fortemente ridotta la popolazione a causa del fenomeno dell'emigrazione.

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